
Pirandello
Macchine e maschere
Monologo dai Quaderni di Serafino Gubbio operatore di Pirandello
“Studio la gente nelle sue più ordinarie occupazioni, se mi riesca di scoprire negli altri quello che manca a me per ogni cosa ch'io faccia: la certezza che capiscano ciò che fanno.”
Ecco, questo vuole scoprire Serafino Gubbio operatore. Attento e impassibile osservatore della civiltà delle macchine che “dovevano rimanere strumenti e sono diventate invece i nostri padroni”, Serafino sa che non può arrestare “il trionfo della stupidità”, ma non rinuncia a criticare la frenetica corsa imposta dalle macchine che “ingoiano la nostra anima, divorano la nostra vita”.
Invischiato nel “fragoroso e vertiginoso meccanismo della vita” egli sa di essere solo “una mano che gira una manovella”, anche se conserva la capacità di vedere un oltre che gli altri non sanno o non vogliono vedere.
Questo asciutto monologo vuole offrire un momento di riflessione sul delicato rapporto tra etica e scienza e sulle conseguenze di un dissennato sviluppo, insostenibile dall'uomo e dall'ambiente.
Drammaturgia e recitazione Carlo Mega
Durata: 50 minuti. Segue dibattito.
Spettatori: massimo 80.
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