XXXIX stagione

Iliade

Iliade

guerra continua

La guerra è orrenda e barbara; la guerra,

odiata dalle madri, fa infuriare le anime;

[…] la guerra mette un soffio di gelo nelle case,

la fame sulle strade, e nelle donne il pianto.

È barbara la guerra e ottusa e regressiva …

Antonio Machado

Un aedo, accompagnato dalla cetra e altri strumenti dell’antica Grecia, narra le vicende degli eroi e delle donne della guerra di Troia: la prima Grande Guerra che mette in scena le sofferenze di tutte le guerre che, allora come oggi, affliggono l’umanità.
La cetra accompagna alcuni versi in greco per evocare la musicalità e la magia del capolavoro di Omero.

A conclusione dello spettacolo il musicista parlerà della musica nell’antica Grecia e degli strumenti utilizzati.

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Giorgio Merati cetra, flauto di pan, aulos, flauti, gemshorn, cimbali, percussioni
Carlo Mega recitazione e regia

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Commenti

  1. Eleonor Chinelli

    10 aprile 2017

    Lo spettacolo è stato di mio gradimento e lo considero uno strumento ottimo, come supporto allo studio, per una migliore comprensione dell'Iliade. Uno spettacolo molto valido sia per gli interventi musicali che ci hanno permesso, per un attimo, di calarci nella realtà del tempo sia per il significato che si voleva trasmettere: finché l'uomo non saprà usare la ragione, ci saranno sempre guerre.

    1ª N - Liceo Scientifico Galileo Galilei - Caravaggio - BG,

  2. Camilla Valzer

    L’attore è stato molto bravo a cambiare tonalità di voce per ogni personaggio. Sembrava di avere davanti la scena di un film. Nell’episodio del saluto tra Ettore, Andromaca e il figlio Astianatte, con mia sorpresa, ho sentito gli occhi inumidirsi per la commozione. Dico con mia sorpresa perché ho sempre sostenuto che poemi così antichi come quelli omerici, non riuscissero a commuovere od a trasmettere emozioni come quelle che tutti provano al giorno d’oggi, ma con l’esperienza di questa mattina ho dovuto ricredermi.

    V ginnasio B/C – Liceo Classico “L. Lagrangia” – Vercelli)

  3. Carlotta Pasquettaz

    La recitazione è stata molto coinvolgente: mi sembrava di essere effettivamente dentro le mura di Troia, in quel momento sospeso, rubato alla battaglia, in cui Ettore e Andromaca vivevano il loro ultimo, drammatico, momento di intimità. L'interpretazione dell'attore mi ha commossa perché è riuscito a coglierne ed a trasmetterne in modo sorprendente la disperazione, l'angoscia, il desiderio di pace. L’attore ha posto in evidenza come le donne si rendano conto delle terribili conseguenze che porta con sé la guerra, mentre gli uomini pensino ciecamente al raggiungimento del potere e della gloria. Da questa rappresentazione teatrale è emerso che, oggi come ieri, nella guerra non ci sono né vincitori né vinti perché è distruttiva ed autodistruttiva, in un conflitto senza fine.

    V ginnasio B/C – Liceo Classico “L. Lagrangia” – Vercelli

  4. Fabio Barbati

    10 aprile 2017

    Ho trovato lo spettacolo molto stimolante e coinvolgente sia per i versi recitati in greco, dove si poteva capire il loro ritmo nella scrittura originaria, sia per la parte dove venivano illustrati i vari strumenti musicali e le loro caratteristiche. Inoltre ho trovato interessante il collegamento finale tra l'Iliade ed il resto delle guerre.

    1ª N - Liceo Scientifico Galileo Galilei - Caravaggio - BG)

  5. Mauretta Ferrari, Beatrice Rebecchi"

    20 febbraio 2019

    Nella giornata di Martedì 7 Marzo, Achille, Ettore, Agamennone, gli eroi di “Iliade”, sono stati raccontati ai ragazzi delle classi prime e seconde del Liceo Scientifico Scienze Applicate “A. Berenini” di Fidenza. La lettura di brani tratti da “Iliade” è stata accompagnata dagli strumenti musicali del tempo (cetra di legno del cedro del Libano, aulòs, cimbali, siringa, flauto di Pan) per ricreare le condizioni in cui aedi e rapsodi, nelle agorà delle polis, recitavano i versi dei poemi di fronte ai loro concittadini, evocando la musicalità e la magia dei versi di Omero. Gli studenti hanno seguito con attenzione, soprattutto i momenti più toccanti: il dialogo tra Andromaca e Ettore alle porte Scee; il litigio furioso tra Agamennone e Achille; la morte di Patroclo; la comprensione di Achille verso Priamo; il compianto di Ettore e il dolore del padre...“Iliade” mette in scena le sofferenze di tutte le guerre che, allora come oggi, affliggono l’umanità, senza fine. Il lamento di Andromaca, Ecuba, Elena, è simile a quello di tutte le donne che hanno subito le violenze della guerra, qualsiasi guerra. Priamo e Achille, uniti dal medesimo dolore, indicano la strada per superare i conflitti e dare origine ad un mondo di pace. Fu una guerra crudele di eroi che appartenevano ad un mondo in cui l’onore (timè), la gloria (kleòs) e il valore (aretè), la vergogna (aidòs), il compianto, la discendenza famigliare, l’accettazione del proprio destino erano valori che guidavano le azioni degli uomini. Ma come tutte le guerre, alla fine non ci sono vinti e vincitori e, tra le vittime ieri come oggi, donne e bambini pagano il prezzo maggiore, perché “La guerra è orrenda e barbara; la guerra, odiata dalle madri, fa infuriare le anime; [...] la guerra mette un soffio di gelo nelle case, la fame sulle strade, e nelle donne il pianto. È barbara la guerra e ottusa e regressiva … (Antonio Machado). E ancora: “Il Polemos è il padre di tutte le cose”: è un frammento di Eraclito, di circa duemila e cinquecento anni fa.

    istituto Berenini di Fidenza

  6. Davide Rino Antonietti

    11 aprile 2019

    In guerra non esistono vincitori, soltanto vinti. Questa è una grande verità, ma l’uomo sembra non capirla, neppure dopo tutti i conflitti passati. Se è vero che si impara dagli errori, le guerre dovrebbero essere terminate, invece, anche mentre sto scrivendo, continuano a devastare paesi e, soprattutto, vite, che come le nostre hanno il diritto di essere trascorse in pace. Ascoltare la lettura dell’ Iliade mi ha fatto capire che storie come quella di Andromaca, che ha visto perire tutta la sua famiglia, o di Achille, che per la gloria non ha più fatto ritorno a Ftia, si ripetono fin troppo spesso. Le persone più colpite sono sempre donne e bambini, che vedono le famiglie scindersi forse per sempre e che spesso più degli uomini sembrano comprendere come la guerra sia ripugnante. Molte culture diverse mettono in risalto la gloria della guerra, dei militari, dei grandi strateghi, degli eroi, ma spesso troppa poca attenzione è posta sulle persone che hanno evitato le guerre, o sui politici che hanno preferito migliorare il paese in altri aspetti. Oggi c’è più consapevolezza, ma la violenza è ancora presente, soprattutto nei film e nei videogiochi, che parlano di guerre, battaglie e che sembrano instillare il seme della violenza. Sarebbe fantastico se un giorno le guerre finissero per sempre, ma spesso sembra un’utopia. Secondo me, però, questo sogno non è del tutto impossibile, anche se è molto difficile realizzarlo, conoscendo la natura umana, che spesso tende a voler prevalere sugli altri. L’ esperienza di lettura dell’ Iliade mi ha fatto riflettere, poiché prima non avevo mai collegato le antiche guerre a quelle odierne. Le guerre narrate nei poemi omerici mi erano sempre parse diverse e lontane, forse perché prestavo attenzione soprattutto alle differenze determinate dalla cultura, dalle tradizioni, dalle armi e dal modo di combattere. Inoltre, riguardo lo spettacolo, la musica, l’intonazione e il timbro della voce di Carlo Mega hanno creato l’atmosfera ideale per ascoltare e riflettere, lasciandosi trasportare nell’antica Grecia, cercando di farci capire quanto quegli antichi eroi, uomini e donne, siano ancora vicini a noi. L’approfondimento finale sulla musica greca è stato molto interessante, ha aperto un mondo tutto nuovo. Mi ha colpito in particolare il suono del flauto a doppia canna; mi immaginavo un timbro dolce e melodioso e un volume simile a un flauto, mentre invece assomiglia più a una cornamusa. La musica di Giorgio Merati ha reso più suggestiva e intensa la lettura.

    Liceo scientifico Galileo Ferraris, Varese)